La mia Storia.
La mia vita è stata costantemente piena di curve a gomito.
Ogni 6–7 anni, circa, so che “arriva qualcosa”.
Ho iniziato a fare caso a questo dal 1993, anno in cui purtroppo mio papà è mancato in un incidente stradale.
Nella testa di un bambino di 10 anni, un avvenimento del genere mette di fronte a domande “da grandi”:
“Chi siamo? Perché succedono queste cose? Che strada devo prendere?”
Forse un bambino, a quell’età, dovrebbe pensare alle figurine, ad andare al parco, piuttosto che fare pensieri del genere.
A me invece piace pensare di avere avuto un “vantaggio tattico.”
Ho avuto molto più tempo del normale per ragionare su queste cose.
Questo, su tutto, mi ha reso estremamente curioso e capace di scavare fino in fondo nei “meandri della vita”.
Fa parte di me.
Così, ho vissuto fino ai 18 anni con mille domande e quasi nessuna risposta.
Allo stesso tempo, dentro di me, in maniera del tutto spontanea, iniziavano a farsi strada immagini di successi e grandi traguardi dei quali ero io stesso il protagonista.
Iniziava così il mio processo di “unione dei puntini.”
Il risultato di questi pensieri e percezioni mi portava a sentire come tutto, nella vita, abbia un senso e un incastro. Percepivo che, in realtà, “va già tutto bene così.”
Vivendo in questa società, però, la cosa più complicata è “schivare” le opinioni degli altri e, cosa ancora più difficile, evitare di dar loro retta.
Verso i 18 anni, del tutto naturalmente, ho iniziato, grazie alla spinta di alcuni amici, a praticare la meditazione.
Mi sono avvicinato così a una filosofia che per me era completamente nuova.
“Sei quello che fai”
“Sei gli amici che hai”.
“Sei quello che mangi.
“Se una cosa non la vedi, non vuol dire che non esista”.
Siamo circa nel 2000.
Tutto questo per me era una novità.
Terminata la scuola, dopo un periodo di due anni nei quali ho fatto praticamente qualsiasi lavoro, mi sono ritrovato a studiare fotografia, con le sue regole e “best practice”.
Con una fotocamera in mano mi sentivo figo e socialmente accettato, e, per un pò di anni, è andato tutto stranamente in modo regolare, fino al 2009. In quell’anno ho trovato lavoro in un centro fieristico come grafico e fotografo: la mia prima esperienza di lavoro dietro una scrivania, con contratto.
Contemporaneamente a questo ho iniziato la prima relazione seria della mia vita.
Come la schiuma della birra, però, tutte le domande a cui non avevo trovato risposta e tutte quelle parti di me sulle quali non avevo mai lavorato, uscivano fuori dal bicchiere.
Non mi riconoscevo.
Facevo una vita sedentaria, avevo preso molti kg, ero pigro.
Insomma, ero il peggiore stereotipo di un impiegato.
Tornavano a galla quelle immagini del passato, quei “puntini in connessione”, questa volta però sentivo che qualcosa non andava.
Nel 2013, senza avere il tempo di percepirlo, sono stato licenziato e la relazione più importante della mia vita è finita.
Stavo malissimo, ma ho messo sempre un piede davanti all’altro, anche se spesso a stento.
Mi sono buttato totalmente sulla fotografia scegliendo quella di matrimonio come “nicchia in cui fare soldi”.
Mi sono messo in gioco emotivamente e nella pratica, ma vedevo che non funzionava.
Stavo sbagliando qualcosa alla base.
Ho lasciato la fotografia, e iniziato un lavoro su me stesso, attraverso il counseling e le costellazioni famigliari.
Parallelamente mi sono concentrato sull’unica caratteristica concreta della mia vita, quella che mi ha portato a unire i punti e le immagini: l’intuito.
Un periodo di cambiamenti radicali che questa volta ero andato a cercare consapevolmente.
Nel 2015 ho iniziato a studiare il Marketing Diretto, adattandolo poi al mio modo personale di vedere le cose e, “come per magia”, quei puntini connessi di un tempo che non trovavano senso nella vita, hanno cominciato ad averlo, traducendosi così in realtà.
È lì che ho iniziato a fare completamente di testa mia.
Ho creato “Clienti Target”: un servizio di consulenza marketing dedicato a Instagram.
Nel frattempo ho iniziato a gestire l’attività per alcuni life coach influenti del settore: ho messo quindi in atto delle strategie riadattate al mio modo di sentire la vita.
Iniziavo a percepire una connessione tra le immagini che vedevo, le domande che mi sono fatto, la storia che mi ha portato a questi clienti con questa nicchia in comune e il fatto che, proprio in quel periodo, stavo facendo un percorso su me stesso.
Ho “scelto” così di lavorare maggiormente con i professionisti del settore Olistico, assieme a Coach e Counselor, in modo completamente naturale.
Oggi porto avanti un business, meno improntato sul quanto “porto a casa” e più sul “quanto posso aiutare/trasformare i propri clienti”. (che è quello che determina il quanto porti a casa)
Ora, di tutta questa mia storia voglio che passino tre cose:
- dimenticarle se sentiamo che contengono la nostra verità più intima, che solo noi conosciamo di noi stessi.
- Bisogna lasciarle fluire, nonostante gli eventi, specie quando le immagini sono molto forti e presenti e specie quando “il sistema” ti mette davanti il suo “Le cose vanno fatte così”.
Per imparare a farlo non esiste un corso. Ci sei tu con il tuo modo di farle fluire. Un modo che solo tu conosci. - La nicchia non è qualcosa che scegli, arriva sulla base di chi sei tu e di ciò che attiri.
- Puoi controllarla solo una volta che hai compreso chi attiri.
- Non puoi scegliere chi vuoi, quando vuoi. (In realtà si, puoi, ma ha un altissimo prezzo che è la tua salute. Meglio evitare, lo dico per esperienza.).
Molto bene,
la mia storia è una parte fondamentale di chi sono e ti ringrazio di averla letta.
Per ora, ti saluto.
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